Abbiamo intervistato Giovanni Spinapolice in arte solo Spina.Police, foggiano di nascita. Il suo nuovo lavoro è “Rose Park”, un concentrato di potenza delicata, che riesce ad inghiottire l’ascoltatore in un concentrato di tecnicismi musicali e lirici sublimi.
Inizio con una domanda di rito: da cosa nasce la tua passione per il genere Ambient Dark?
Dall’anima!
E’ quella che comanda quando mi astraggo e comincio a scrivere un brano, nota dopo nota, traccia su traccia.
E’ quanto di più bello ed emozionante ci possa essere, accorgersi che quella melodia, quegli intrecci armonici che hai appena imbastito, erano già scritti dentro di te ancor prima di vedere la luce.
E siccome al cuor non si comanda, la scelta del genere musicale non è affatto una scelta, è semplicemente una classificazione temporalmente postuma alla musica che hai scritto.
Magari ti scopri un autore di musica Ambient Dark guardandoti allo specchio, solo dopo esserti vestito.
Parlami brevemente delle tue precedenti esperienze musicali
Molte e intraprese fin da 15enne. Dai miei primi approcci con la chitarra, ho sempre prediletto il momento compositivo a quello virtuoso dello strumentista.
All’epoca addirittura avevo una band di Rock Demenziale di cui ero il cantante e chitarrista. Suonavamo brani rigorosamente inediti.
Una bella esperienza, ricca di amicizia e di tanti sogni per il futuro.
Le radio libere imperversavano e tra un libro e l’altro, intervallati dall’interrogazione del mattino a scuola, intrattenevo la gente distribuendo instancabilmente parole e musica nell’etere.
Successivamente c’è stato il momento del POP inglese con un altro gruppo di amici, tutti universitari e proiettati verso strade ben diverse da quella artistica.
Anche da questo incontro sono nate canzoni a mio parere interessanti.
Contemporaneamente varavo RAP Studio, un’azienda di produzione di spot musicali per pubblicià radiofoniche.
Poi è stata la volta delle ricche esperienze romane.
Mi sono impegnato nella realizzazione di colonne sonore per spettacoli teatrali e corti, ho partecipato con gratificazione ad un paio di manifestazioni per la musica d’autore, ho seguito corsi di regia, ho coltivato la passione per il disegno fumettistico, ho lavorato per guadagnare qualcosa, o meglio per ottenere l’indipendenza economica dalla mia famiglia, facendo il fonico a Radio Radio Network e il figurante alla RAI.
Disilluso dalle logiche di mercato, ho cominciato a fare musica principalmente per me stesso, senza preoccuparmi più di piacere a questo o a quel discografico di turno, tanto loro non si sarebbero mai messi d’accordo.
Quello è stato il momento in cui, col mio piccolo studio di registrazione, ho dato il via, inconsapevolmente, al progetto “Rose Park”.
C’è un musicista in particolare dal quale trai ispirazione?
Forse tanti, sono una specie di “PACMAN” (la faccina mangia tutto dei primi videogames in commercio) della musica. Posso dire però che a 11anni, il mio primo disco (ovviamente in vinile e rigorosamente suonato dal mitico stereo di selezione e i più anziani se lo ricorderanno -) fu “Atom heart mother” dei Pink Floyd.
Devo dire che a ripensarci, ora capisco quale trauma devo aver subito in così tenera età ... Scherzo! Da lì, è stato un susseguirsi di mitiche band, come Genesis, Emerson L. & Palmer, King Krimson, Jetro tall, The blue hoyster cult, e mano a mano che crescevo, emergevano Japan, The Police, R. Sakamoto, D. Silvian, ecc…
Devo dire che tutte le diciannove tracce del tuo disco sono magnetiche e colpiscono l’ascoltatore: quanto tempo c’è voluto per creare queste meraviglie?
Ti ringrazio Alba per il complimento che mi lusinga e accetto di buon grado.
“Rose Park” nasce per scommessa. Una parte cospicua dell’album è stata composta e registrata da me negli anni ottanta, in quel piccolo studio di registrazione di cui parlavo prima.
Le quattro tracce su nastro dopo diversi anni, nel 1998, e solo per un riversaggio del materiale (- volevo un supporto digitale della mia musica per futura memoria personale -), finivano negli Studi VBG Audiolabs di Marco Maffei, su di un mixer con infiniti canali, gestito da macchinari e computer professionali.
La musica che riascoltavo dopo così tanto tempo affascinava me e Marco a tal punto che non ci siamo fermati per i due anni successivi.
Sono state ricostruite con cura certosina le tracce, la loro dinamica, le frequenze mancanti, sono state aggiunte delle parti strumentali e dei brani nuovi, ho chiamato a raccolta i vecchi amici per eseguire nuove parti da suonare ed infine ecco sfornato l’album che hai ascoltato.
Sembrava impossibile, eppure con tanta tenacia e passione, dopo avergli fatto fare il giro di mezzo mondo su formato amatoriale e aver ricevuto applausi e conferme (in USA colonna sonora del film “Nutcraker” di Glen Greefe) la Music For Images Productions lo ha pubblicato col titolo appunto di “Rose Park”.
Tre pregi di Spina.Police e tre difetti: per conoscerti meglio
Difficile rispondere. Di solito sono gli altri che rilevano i difetti, comunque ci provo.
Dunque, tra i pregi ritengo si possa dire che sono creativo, eclettico e intuitivo. Per i difetti mi viene subito in mente la mia incostanza, l’impazienza nel voler vedere i risultati di un lavoro, l’essere dispersivo perchè investo spesso le mie energie in troppe cose contemporaneamente.
Progetti e desideri futuri?
Sono in cantiere il secondo album che forse chiamerà “The evolution” (è invece stato intitolato “UMBRA” ed è uscito nel 2010), dove alcuni brani sono cantati da una splendida voce femminile.
In giugno con la Music for Images Productions ho prodotto e diretto 19 cortometraggi, attualmente in via di elaborazione tecnica (computer grafica 3D e montaggio), l’opera si intitola “Pictures at an exhibition” e sarà pubblicata quanto prima (è lo stesso titolo poi ceduto al DVD allegato a “UMBRA”, uno dei 19 corti che è stato realizzato si intitola “The door to the garden” pure allegato al nuovo album in special edition). Infine, sto lavorando alla realizzazione di uno spettacolo multimediale per spazi teatrali, per il quale ovviamente, sto curando la colonna sonora ed il soggetto.
Vuoi aggiungere qualcosa?
Non voglio abusare della pazienza dei lettori, già messa a dura prova.
Ti ringrazio per l’attenzione mostrata e ti auguro buon lavoro.
Intervista di: Alba Cosentino
Del: 15/02/2007
Grazie a: Spina.Police, Alex di music4images