ROSE PARK: Recensione di Roby Russo

Rose Park possiede una eminente forza evocativa e sorprende per la sua costante capacità di entrare in relazione con la "sfera mentale".

Tutta la ricerca sonora di Giovanni Spinapolice è attraversata da un brivido emotivo che diventa vibrazione musicale.

Una musica che annulla di fatto le distanze tra l'udito e gli altri sensi, primo fra tutti la vista.

Non esiterei quindi a definirla "olistica", capace cioè di unire la percezione fisica con quella psichica.

Uno scambio tra opposte energie, un respiro crescente che, all'apice dell'estasi sensibile, scopre un'improvvisa trascendenza.

In quesco disco il sogno e il ricordo, l'immagine e il suono finalmente si fondono in una dimensione che richiama il Nirvana, il non-spazio e il non-tempo dove l'Anima, libera e beata, irradia infiniti cerchi di luce.

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