GIUGNO 2021 - MUSEO CASA NATALE DI G.P. DA PALESTRINA

Giugno 2021: è prevista l’esposizione di dipinti di Spina.Police presso il Museo di Giovanni Pierluigi da Palestrina.

Il Museo è stato istituito presso la Casa Natale dell’illustre compositore del rinascimento, il più importante, uno dei massimi della storia. Articolato su tre livelli, l’edificio, di origine quattro-cinquecentesca è stato oggetto di restauro conservativo da parte del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali – Soprintendenza ai Beni Storici ed Artistici (arch. Pentrella), che nel 1994 l’ha concessa alla Fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina, un Centro Studi di rilievo internazionale, affinché vi organizzasse la propria sede e tutte le strutture scientifiche ed espositive, compresa l’importante biblioteca.  

Lettera da un amico

Caro Giovanni, ho passeggiato con crescente interesse attraverso i "momenti" del tuo sito, scoprendovi spiragli suggestivi e poliformi occasioni di emozione e meditazione.

Già, perché un'espressione artistica, a prescindere dai motivi ispiratori e dalle ideologie che la informano, a prescindere dalle stesse forme usate, deve "nella sostanza" erigere impalpabili epperò solidissimi ponti fra anima e anima, travalicando e sublimando il "senso" (visivo o uditivo) di volta in volta interessato.

Ebbene, io credo che i tuoi "frammenti", i tuoi accostamenti di segni, colori e suoni adempiano a questa - a parer mio - imprescindibile funzione e riescano a rendere la "sella della fantasia" un po' più sgombra dalle zavorre (troppe!) imposte dalla vita e soprattutto da noi stessi.

(Lucio Di Gianni - regista -)

UMBRA: Recensione di Walter Scott

“Umbra” è il sorprendente seguito di Rose Park. Un mondo ancestrale, fatto di sonorità che si materializzano in immagini tratte da un racconto del quale siamo spettatori e al tempo stesso protagonisti.

La forza evocativa dell’album si esprime a tratti drammatica, a tratti dolcissima, a tratti energica ma anche romantica e ci conduce per mano attraverso un percorso ideale che si dipana in diverse ambientazioni.

Si ha la sensazione di attraversare una stanza che conduce in un’altra e poi in un’altra ancora, com’è nello stile dell’autore, e ognuno di questi luoghi ha un colore diverso, una fragranza nuova, tanto che ogni volta diventa una scoperta, una sorpresa. “Umbra” racconta Rose, ma Rose è ognuno di noi.

ROSE PARK: Recensione di Roby Russo

Rose Park possiede una eminente forza evocativa e sorprende per la sua costante capacità di entrare in relazione con la "sfera mentale".

Tutta la ricerca sonora di Giovanni Spinapolice è attraversata da un brivido emotivo che diventa vibrazione musicale.

Una musica che annulla di fatto le distanze tra l'udito e gli altri sensi, primo fra tutti la vista.

Non esiterei quindi a definirla "olistica", capace cioè di unire la percezione fisica con quella psichica.

Uno scambio tra opposte energie, un respiro crescente che, all'apice dell'estasi sensibile, scopre un'improvvisa trascendenza.

In quesco disco il sogno e il ricordo, l'immagine e il suono finalmente si fondono in una dimensione che richiama il Nirvana, il non-spazio e il non-tempo dove l'Anima, libera e beata, irradia infiniti cerchi di luce.

ROSE PARK: Recensione di Alessio Minoia

Il progetto è di quelli destinati a dividere, irremediabilmente analizzato, centrifugato ed infine etichettato come estremo, passionale oppure, semplicemente a tutto tondo.

L’opera di Giovanni Spinapolice, in arte Spina.Police porta con sé infatti le stimmate di un percorso musicale estremamente atipico e variegato: nato come musicista classico, fin da giovanissimo esplora senza soluzione di continuità la fluida armonia tra diverse espressioni artistiche coniugando arti grafiche, cinema, teatro, TV, radio e, ovviamente, musica. L’ambivalenza dell’artistista pugliese (di Foggia per la precisione) si riflette nelle dinamiche ora sgraziate e poco edulcorate del punk rock (con la band Epiploon) e del british pop (con i Combo) sia nella frequentazione disinteressata della musica d’autore con la a maiuscola.

A onor di cronaca dobbiamo anche citare la “svolta” datata 1992, anno in cui il buon Giovanni decide di intraprendere a tempo pieno la professione forense ritagliando comunque un equo e qualitativamente pregnante spazio per la realizzazione dei propri progetto musicali e non. ‘RosePark’ ne è un perfetto esempio: opera ambiziosa, greve e lucida nell’incedere e nel fondere un approccio estremamente meditativo e ambient con la cultura psichedelica per diversi versi contaminata dal dark e dalla new wave in stile eighties.

I suoni si muovono di conseguenza plasmandosi alle necessità “karmiche” di un musicista che ha deciso di “essere” i suoi brani piuttosto che semplicemente interpretarli.

A onor del vero è abbastanza facile intuire come questo tipo di timbrica ritmica risulti francamente ostica in diversi passaggi, melmosa in alcuni estratti seppur affascinante per lo spirito e la passione che la anima.

Il viaggio fantastico di Rose, eroina immaginaria alla prese con la scoperta di un mondo sconosciuto custodito all’interno della nostra anima comincia da un album criptico e concentrico, immobile eppure impercettibilmente liquido, sintetico ma animato da un’ umanità candida e sommersa.

Le notizie che vogliono Spina.Police alle prese con un sequel in parallelo con la realizzazione di un DVD contenente 19 cortometraggi ci lascia favorevolmente predisposti, infatti proprio questa sinergia potrebbe diventare il “foglio di carta” più appropriato per esprimere temi, concetti ed idee difficilmente impacchettabili nel solo supporto audio quasi come fatto in precedenza dal ‘Blemish’ di David Sylvian. Abbiate il coraggio di non esitare.

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